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1° MORE Talk | Il ruolo dell’industrial design nell’architettura del futuro
L’applicabilità della produzione in serie nell’ambito dell’abitazione e dell’industria delle costruzioni è il tema protagonista del primo dibattito che si è svolto la scorsa settimana a Milano.
Iniziativa di grande successo, il primo MORE TALK rientra nel ciclo di conferenze “Costruire il nuovo millennio” promosso da Moretti MORE, curato dall’arch. Stefano Larotonda, presso Casabella Laboratorio; focus dell’iniziativa è indagare il futuro dell’architettura a partire da un confronto sull’abitare contemporaneo che consideri il processo di produzione industriale e tecnologica come alternativa a quello tradizionale della costruzione.
Il convegno “Prodotto in serie: dal progetto all’industria” – organizzato con una formula che privilegia il confronto aperto – è stato moderato dall’architetto Federico Tranfa. Hanno dialogato sull’argomento il designer Alberto Meda e l’architetto Renato Stauffacher, Ad di Alias.
L’architetto Renato Staffaucher ha analizzato così il rapporto tra designer e azienda:
“L’alchimia che si crea tra designer e azienda è difficilmente descrivibile. Certi oggetti nascono senza un preciso programma, ma dall’incontro di un’idea, di un momento. Ci sono situazioni favorevoli che nascono così, senza una ricetta; è naturale che si tenda sempre a cercare di ottenere un prodotto “best seller” o un “long seller”, un pezzo che possa vendere e rimanere in produzione per molto tempo.”
Il designer Alberto Meda parla dell’ideazione di un oggetto: “Quando si disegna un oggetto si cerca sempre di pensare a qualcosa che possa durare nel tempo. Qualcosa che possa vincere l’obsolescenza, che abbia la forza di superare la stagione in cui viene creato. Un oggetto con un suo senso, con un’idea forte alla base”.
E della relazione tra forma e funzione sostiene che basti guardare la mano: “Il nostro organismo è l’esempio più evidente di questo concetto. Ciascuna parte tiene conto di quella adiacente; esiste nel corpo una dimensione organica, di tipo strutturale, un’integrazione della funzione con la forma. L’attenzione non deve essere rivolte alla forma in sé stessa ma alla relazione delle parti che compongono l’oggetto. Occorre più consapevolezza. Il progetto è la chiave di tutto”.
Nella rubrica che sarà presente ad ogni incontro, l’architetto Riccardo Blumer disamina il rapporto tra la costruzione in serie e la natura: “Non c’è vita senza forma. Parlando di costruzione in serie, non posso non pensare alla natura. La natura crea in modo oggettivo, se si analizza la dimensione microscopica, gli enzimi, le proteine, questi elementi creano le basi dell’ordine. Vi è una capacità di creare ordine negli organismi naturali sorprendente e se si studiano le muffe, come in un laboratorio che stiamo seguendo, si vede come la capacità di riprodursi sia associata ad una tendenza al creare una forma in movimento. “Morfogenesi”, “Dna”, “Caso”, “Perturbazione”, “Evoluzione”, “Imperfezione”: sono tutti termini che riconducono alla creazione in ambito naturale. La natura infatti crea in modo che si può definire “Oggettivo”, mentre l’essere umano crea in un modo “proiettivo”, un modo che tiene conto del senso, della progettualità, della memoria. Ecco dunque il ruolo dell’architetto forse può essere ritrovato in questo senso. Un dare senso al progetto. Un atto creativo appunto”.
Valentina Moretti, architetto e Vicepresidente di Moretti Spa, direttore creativo Moretti-MORE e ideatrice del progetto “Costruire il nuovo Millennio” ha così espresso la propria visione innovativa del costruire e del futuro dell’architettura:
“L’industria è il canale attraverso il quale gli architetti possono operare un cambiamento. C’è un bisogno profondo di cambiare il linguaggio. Di ripensare alla grammatica del costruire. Credo molto nel ruolo e nell’importanza degli architetti che possono veramente mutare e rendere comprensibile l’architettura con quel valore aggiunto che solo l’industria con la sua tecnologia può portare”.